L'isola di Procida

Un’isola da scoprire …

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Un frutto di mare.

Procida è come un’ostrica, un granchio, una gorgonia. É una terra intima e minuscola ma con una storia incredibile scritta da naviganti, pescatori, avventurieri. Procida è una perla scontrosa. E’ un’isola minima, discreta, la più piccola di quel paradiso chiamato golfo di Napoli. É un luogo arcaico, dai modi di vita persi nella notte dei tempi. Procida è un corpo caldo di tufo biondo immerso nel blu smagliante del Mediterraneo.

Qui ci si viene per vocazione, alla natura, alla semplicità, al silenzio, alla magia. Procida è un sentimento, un luogo dell’anima, oltre che superbo scrigno di bellezza. É l’isola di Graziella, del Limone Dop, de “Il Postino”, di Arturo e non ultimo della Cultura intesa soprattutto come rifugio spiriti liberi e creativi, che ritrovano se stessi o si perdono tra le magie del luogo.

Posta fra l’isola d’Ischia e i Campi flegrei Procida ha origine vulcanica, ed in effetti, essa non è che quel che resta di quattro crateri, uno dei quali lo formava con Vivara, l’oasi naturale collegata ad essa mediante un ponte.

Cinque punte e cinque baie spazzate da tutti i venti. Procida “la bassa”, la chiamò Savino, ed infatti la sua altezza massima è di appena 99 metri; “termitiera formicolante” la definì Cesare Brandi: quasi undicimila abitanti su circa 4 kmq. Ma per capire l’essenza dell’isola oggi, come ieri, restano ancora esplicative le parole della Morante: “ah io non chiederei d’essere un gabbiano, né un delfino; mi accontenterei d’essere uno scorfano, ch’è il pesce più brutto del mare, pur di ritrovarmi laggiù, a scherzare in quell’acqua…”

Procida è quindi una meta da scoprire. Una scoperta che abbraccia il mare ma non solo. E’ un viaggio incredibile tra storia, cultura, natura,  tradizione, folclore, gastronomia, agricoltura, architettura, archeologia e tanto altro che lascerà i tuoi occhi sbalorditi davanti a tutta questa bellezza.